Magistero

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Lettera Enciclica sullo Spirito Santo di SS Papa Leone XIII

DIVINUM ILLUD MUNUS”

…Perciò si ricordino i predicatori e i parroci che è loro dovere spiegare diligentemente al popolo la dottrina cattolica sullo Spirito Santo, schivando le questioni ardue e sottili ed evitando quella stolta curiosità, che presume d’indagare su tutti i segreti di Dio. Si dilunghino piuttosto a spiegare chiaramente i molti e grandi benefici che ci sono venuti e continuamente ci vengono da questo divino Donatore, dissipando così ogni errore o ignoranza, che tanto sconviene ai “figli della luce”. E ciò Noi inculchiamo non solo perché si tratta di un mistero che direttamente ci ordina alla vita eterna, e perciò dev’essere creduto fermamente ed espressamente, ma anche perché un bene, quanto più intimamente e chiaramente è conosciuto, tanto più fortemente si ama…Di più, essendo lo Spirito Santo Spirito di Verità, se qualcuno manca o per debolezza o per ignoranza, troverà forse scusa davanti al tribunale di Dio, ma chi per malizia impugna la verità, fa un affronto gravissimo allo Spirito Santo. E tal peccato è adesso sì frequente, che sembrano giunti quei tempi infelicissimi, descritti da Paolo, nei quali gli uomini per giustissimo giudizio di Dio accecati, avrebbero tenuta la falsità per verità e avrebbero creduto al “principe di questo mondo”, al demonio bugiardo e padre di menzogna, come a maestro di verità: “Insinuerà Dio fra essi lo spirito dell’errore perché credano alla menzogna” (2Ts 2,10), e “molti negli ultimi tempi abbandoneranno la fede per credere agli spiriti dell’errore e alle dottrine dei demoni” (1Tm 4,1)

Maestro Buono, cosa devo fare? (Mc 10,17)

L’imposizione delle Mani

Il dono delle Lingue

L’intercessione

I Carismi

La preghiera per l’Effusione


L’imposizione delle mani

Il gesto dell’ Imposizione delle mani, è un gesto Sacramentale ( qui e qui ). Il Signore Gesù, lo compie molte volte, ed è compiuto dagli Apostoli per conferire il Dono dello Spirito Santo, per liberare dal diavolo, per guarire, per Ordinare al Sacerdozio. Tuttavia, tale gesto può essere compiuto da “chi crede ed è battezzato” (Mc 16, 15-20), come atto di preghiera di intercessione per chiedere la guarigione (idem). Il gesto, compiuto privatamente, singolarmente e non impegnando l’autorità della Chiesa Cattolica, è un gesto di benedizione (relativo ai Sacramentali, cfr. Catechismo n.2626-2628), e di preghiera, che può esser compiuto da ogni battezzato che sia ben disposto spiritualmente (qui). Allo stesso modo possono essere pronunciate Preghiere di Liberazione dal diavolo, da chiunque creda, che sia Battezzato e Cresimato, e preghi privatamente per la liberazione (ogni atto non Liturgico, ogni atto che non impegna l’autorità della Chiesa, è un atto privato). La differenza tra Preghiera di liberazione ed Esorcismo ( qui ) è essenziale, così come la differenza tra l’imposizione delle mani per l’intercessione e la benedizione, e quella Sacramentale. Nelle preghiere di Liberazione, il Fedele implora Dio, con l’intercessione degli Angeli e dei Santi, di liberare dal diavolo se stesso o gli altri. Nell’Esorcismo il Vescovo o il Sacerdote delegato, intima direttamente al diavolo di andarsene, con l’autorità pubblica della Chiesa e in nome di Gesù Cristo Signore. Allo stesso modo il segno Sacramentale dell’Imposizione delle Mani, è relativo al conferimento diretto della Grazia Sacramentale, con l’autorità della Chiesa, ciò che è impossibile al Fedele non Ordinato. Occorre fare attenzione affinché tutti i fedeli non inducano in confusione. Infatti, durante le preghiere di Liberazione non si debbono imporre le mani ( qui ) se non se ne ha il diritto (diverso se si impongono oggetti sacri e benedetti). L’imposizione delle mani, è un atto molto delicato, vincolato sì all’essere battezzato e in Grazia (chiunque, dunque, può farlo); ma primariamente al rispetto della legge del Signore, allo stato spirituale del battezzato che lo compie, al contesto. Infatti, si deve premettere SEMPRE l’umiltà di cuore, là dove non si devono mai usare comandi diretti o atteggiamenti fuorvianti, che possono nuocere sia al sofferente per cui si prega, sia agli altri.

Il dono delle lingue

Il “dono delle lingue”, è dato dallo Spirito Santo Paraclito il giorno della Santa Pentecoste ( qui ), a Maria Santissima e gli Apostoli riuniti in preghiera nel Cenacolo. I Santi Apostoli, ricevuto lo Spirito Santo, annunciarono alle Genti il Vangelo del Signore Gesù Cristo, parlando la molteplicità delle lingue a loro sconosciute, come segno dell’avvenuta unità grazie al Sacrificio di Cristo! Coloro che li ascoltavano, li udivano parlare ciascuno nella propria lingua di origine (Cfr. At 2, 1-13). Tale dono, presente in tutta la storia della Chiesa, lo stesso Spirito Santo lo distribuisce come e quando vuole, in cuori che lo accolgono con docilità. Di questo stesso dono della molteplicità delle lingue, ne parla anche san Paolo apostolo, nel capitolo 14 della prima lettera ai Corinti . Lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, annuncia ai suoi che “parleranno lingue nuove” , sconosciute a chi ne fa uso (Lc 16,18). Anche la preghiera “in lingue” manifesta questo dono che lo Spirito Santo dà come e quando vuole e a chi vuole ,di usare idiomi sconosciuti a chi li proferisce. Mentre, quando l’Anima è “ricolma” dello Spirito Santo, sperimenta la gioia, il “giubilo”, e chi prega può prorompere, sempre come e quando vuole lo stesso Spirito Santo (e ad utilità della Chiesa), in un Canto di esultanza che si modula in suoni gioiosi. Tali che possono ricordare qualcosa di simile a questo insegnamento del padre della Chiesa Sant’Agostino:

Sant’Agostino, sul Salmo 32. Cantate a Lui un cantico nuovo. Spogliatevi di quanto è in voi vecchio: avete conosciuto il cantico nuovo. Nuovo uomo, Nuovo Testamento, nuovo cantico. Il cantico nuovo non compete a uomini vecchi: lo apprendono solo gli uomini nuovi, rinnovati dalla vecchiaia per mezzo della grazia, che già appartengono al Nuovo Testamento, che è il Regno dei cieli. Ad esso sospira tutto il nostro amore, e canta il nuovo cantico. Lo canti però non con le labbra, ma con la vita. Cantategli un cantico nuovo: bene cantate a Lui. Ognuno chiede in qual modo cantare a Dio. Canta a Lui, ma canta bene. Egli non vuole che le sue orecchie siano offese. Canta bene, fratello. Se, al cospetto di un buon intenditore di musica ti viene detto: canta per piacergli, tremi nel cantare, se non hai alcuna preparazione nell’arte della musica, perché non vorresti essere sgradito a quel musico; infatti ciò che in te l’inesperto non nota, l’artista rimprovera. Ebbene chi si fa avanti per cantare bene a Dio, il quale sa giudicare il cantante, sa esaminare tutte le cose e [tutto] udire? Quando puoi offrirgli una così elegante bravura nel canto da non essere in nulla sgradito ad orecchie così perfette? Ecco che Egli quasi intona per te il canto: non cercare le parole, quasi che tu potessi dare forma a un canto per cui Dio si diletti. Canta nel giubilo. Che significa giubilare? Intendere senza poter spiegare a parole ciò che con il cuore si canta. Infatti coloro che cantano, sia mentre mietono, sia mentre vendemmiano, sia quando sono occupati con ardore in qualche altra attività, incominciano per le parole dei canti a esultare di gioia, ma poi, quasi pervasi da tanta letizia da non poterla più esprimere a parole, lascian cadere le sillabe delle parole, e si abbandonano al suono del giubilo. Il giubilo è un certo suono che significa che il cuore vuol dare alla luce ciò che non può essere detto. E a chi conviene questo giubilo se non al Dio ineffabile? Ineffabile è infatti ciò che non può essere detto: e se non puoi dirlo, ma neppure puoi tacerlo, che ti resta se non giubilare, in modo che il cuore si apra a una gioia senza parole, e la gioia si dilati immensamente ben al di là dei limiti delle sillabe? Bene cantate a lui nel giubilo.

L’Intercessione

Dal Catechismo. 2634 L’intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. È lui l’unico intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori. Egli « può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore » (Eb 7,25). Lo Spirito Santo stesso « intercede […], poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio » (Rm 8,26-27).

2635 Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l’intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell’intercessione, colui che prega non cerca solo « il proprio interesse, ma anche quello degli altri » (Fil 2,4), fino a pregare per coloro che gli fanno del male.

2636 Le prime comunità cristiane hanno intensamente vissuto questa forma di condivisione. L’Apostolo Paolo le rende così partecipi del suo ministero del Vangelo, ma intercede anche per esse. L’intercessione dei cristiani non conosce frontiere: « per tutti gli uomini, […] per tutti quelli che stanno al potere » (1 Tm 2,1), per coloro che perseguitano, per la salvezza di coloro che rifiutano il Vangelo.

I Carismi

I Carismi sono i Doni dello Spirito Santo Paraclito, che sono stati elargiti quando siamo stati Battezzati e Cresimati. I principali Doni dello Spirito Santo, che tutti i battezzati ricevono con la Cresima in forma Ordinaria e Permanente, sono 7:
SAPIENZA – il primo dono è la sapienza, che vi fa scoprire quanto è buono e grande il Signore e, come dice la parola, rende la vostra vita piena di sapore, perché siate, come diceva Gesù, «sale della terra»;
INTELLETTO – poi il dono dell’intelletto, così che possiate comprendere in profondità la Parola di Dio e la verità della fede;
CONSIGLIO – quindi il dono del consiglio, che vi guiderà alla scoperta del progetto di Dio sulla vostra vita, vita di ognuno di voi;
FORTEZZA – il dono della fortezza, per vincere le tentazioni del male e fare sempre il bene, anche quando costa sacrificio;
SCIENZA – viene poi il dono della scienza, non scienza nel senso tecnico, come è insegnata all’Università, ma scienza nel senso più profondo che insegna a trovare nel creato i segni, le impronte di Dio, a capire come Dio parla in ogni tempo e parla a me, e ad animare con il Vangelo il lavoro di ogni giorno; capire che c’è una profondità e capire questa profondità e così dare sapore al lavoro, anche quello difficile;
PIETA’ – un altro dono è quello della pietà, che tiene viva nel cuore la fiamma dell’amore per il nostro Padre che è nei cieli, in modo da pregarLo ogni giorno con fiducia e tenerezza di figli amati; di non dimenticare la realtà fondamentale del mondo e della mia vita: che c’è Dio e che Dio mi conosce e aspetta la mia risposta al suo progetto;
TIMOR DI DIO – e finalmente il settimo e ultimo dono è il timore di Dio – abbiamo parlato prima della paura –; timore di Dio non indica paura, ma sentire per Lui un profondo rispetto, il rispetto della volontà di Dio che è il vero disegno della mia vita ed è la strada attraverso la quale la vita personale e comunitaria può essere buona; e oggi, con tutte le crisi che vi sono nel mondo, vediamo come sia importante che ognuno rispetti questa volontà di Dio impressa nei nostri cuori e secondo la quale dobbiamo vivere; e così questo timore di Dio è desiderio di fare il bene, di fare la verità, di fare la volontà di Dio” (catechesi di Benedetto XVI ai cresimandi).

Poi, lo Spirito Santo, dona singolarmente Carismi Straordinari a chi vuole e quando vuole, per l’ “edificazione della Chiesa”. Essi sono umili e grandi, e riguardano ogni ambito della vita di fede (dal carisma di guarigione a quello di liberazione a quello della profezia, ecc). Come insegna il magistero, nessun Carisma dispensa dalla sottomissione alla Madre Chiesa, così che essa possa esercitarne il discernimento, per verificarne la veridicità e l’utilità comune

La preghiera per l’Effusione

La tradizione della Chiesa ci ha donato molte preghiere che invocano l’effusione dello Spirito Santo, con i suoi carismi. La Comunità Gesù Risorto, pone una attenzione particolare a questo dono spirituale, e prepara i fedeli lontani, o non catechizzati, o semplicemente non consapevoli, a una rinnovata consapevolezza del Dono dello Spirito Santo e dei suoi frutti. Per questo nella Comunità si partecipa ad un “Seminario” per poi pregare per questa Effusione dello Spirito Santo, che ottiene grazie e doni senza misura.

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